Recensione: Jorge Ibargüengoitia, Le morte

Jorge Ibargüengoitia
LE MORTE
Edizioni La Nuova Frontiera, pp. 173, € 15
Traduzione di Angelo Morino

Di indubbia originalità, il breve romanzo di questo dimenticato autore messicano resterà nella memoria di quanti lo leggeranno. Si tratta di una storia a metà tra indagine e romanzo di costume, in cui si parla di vendetta, case chiuse e rapporti interpersonali. La mezzana delle sorelle Baladro apre la storia, scaricando il suo fucile nella bottega dell’uomo che l’ha fatta soffrire; siamo nel Messico degli anni ‘60, la passione non conosce i freni delle leggi. Ma cosa ha fatto Simon Corona, questo il nome dell’uomo, per meritarsi la distruzione della bottega? E chi è Serafina, la sorella di cui sopra? Sua sorella, Arcangela, sapeva quello che stava per fare? E i tre bordelli che le nostre gestiscono in che modo entrano nella storia? E la morte di chi è? Delle sorelle o delle donne che lavorano per loro? E il sistema giudiziario messicano, cosa farà? A tutte queste domande vengono date risposte sparse, che possono fuorviare il lettore abitudinario, ma che non deluderanno chi da un libro vuole qualcosa di più di quanto annunciato dal titolo. Le morte restano infatti sullo sfondo, cornice macabra all’implacabile destino delle sorelle Baladro. Due imprenditrici di successo, niente da dire.

p.s.
È la prima volta che metto un post scriptum a una recensione, ma tant’è. Il misconosciuto e dimenticato autore del libro di oggi è morto relativamente giovane (55 anni) in un disastro aereo, quasi una nemesi della leggerezza con cui tratta della morte in questo romanzo. Chi volesse più dettagli può consultare questa pagina di Wikipedia.

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