Recensione: Santiago Roncagliolo, La notte degli spilli

Santiago Roncagliolo
LA NOTTE DEGLI SPILLI
Edizioni Keller, pp. 452, € 18,50
Traduzione di Angela Lorenzini

Quattro uomini confessano davanti a una videocamera un delitto commesso tanti anni prima, nella Lima del 1992, con il regime di Fujimori e la guerra civile: Sendero Luminoso, Tupac Amaru, nomi che risuonano per chi ha seguito le vicende politiche del Sud America. Ma la situazione civile del Perù di quei tempi è solo un contorno, pur essenziale, per quello che è a tutti gli effetti un thriller che riesce a superare i confini di genere. Il crimine di cui i nostri quattro si macchieranno assume ben presto contorni precisi e, altrettanto rapidamente, il lettore si pone due domande: come hanno fatto Manu, Moco, Carlos e Beto ad arrivare all’età adulta senza pagarne le conseguenze? Perché, pur controvoglia, accettano di raccontare a più di vent’anni di distanza quei fatti?
Le risposte a queste domande attendono il lettore nel libro; come in ogni buona storia non tutto è prevedibile perché non tutto è reale. La letteratura vi accompagna oltre il sipario della realtà.

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