Recensione: Neil Gaiman, Nessun dove

Neil Gaiman
NESSUNDOVE
Edizioni Mondadori, pp. 488, € 14
Traduzione di Elena Villa

Quando parlano di letteratura molte persone utilizzano delle etichette di genere che, se da un lato semplificano, dall’altro allontanano la possibilità di scoprire le novità che la letteratura continuamente offre. Dire infatti che piacciono i gialli (o i fantasy, o i libri scritti come quelli di Grisham) significa supporre che il bello attenga all’argomento trattato e non al modo di trattare un argomento. Esiste dell’ottima letteratura di viaggio, ma non tutti i libri che parlano di viaggio sono belli. Questo romanzo è la dimostrazione di questo assunto. È infatti un fantasy, se proprio vogliamo dargli un’etichetta; ma, quando lo scrittore è di livello, come in questo caso, il libro assume tutto un altro spessore.
L’autore di American Gods ci parla di Londra; meglio, ci parla di due Londra. Una è la Londra che tutti conosciamo, la città caotica dove vive Richard Mayhew, il protagonista della vicenda. Quando Richard, un cavaliere (fantasy, fantasy), soccorre una fanciulla in fuga da due perfidi assassini – perfidi ma estremamente spiritosi, invero – egli si trova precipitato in una Londra parallela, sottostante, nella quale vivono tutte le cose rifiutate dalla versione ufficiale della città. In questa città Richard, insieme alla bella fanciulla lady Porta e a una cazzutissima guardia del corpo, Hunter, andranno alla ricerca di una chiave incantata che permetterà a Porta di scoprire i colpevoli della morte dei genitori. Il viaggio incantato – fino a un certo punto, c’è un sacco di gente che muore di morte violenta – si svolge trascurando la regola aurea del genere, perché il bene ed il male non sono nettamente distinti, ma si intrecciano per sorprendere il lettore. Si mantiene desta l’attenzione evitando soluzioni di comodo. Anche se alla fine c’è un finale che in qualche modo asseconda le aspettative del lettore, non è forzato, non è introdotto ad arte, ma risulta dal naturale maturare dell’esperienza che Richard ha fatto con i suoi amici in questa Londra sotterranea, che nemmeno lontanamente sospettava esistesse.
Un luogo, alla fine, che è nessun dove.

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