Recensione: T. Radice e S. Turconi, La terra, il cielo, i corvi

Teresa Radice e Stefano Turconi
LA TERRA, IL CIELO, I CORVI
Edizioni Bao, pp. 203, € 20

Le tre figure in copertina sono, come in una barzelletta sentita mille volte, un russo, un tedesco e un italiano. Il tedesco e l’italiano sono prigionieri di guerra e scappano dal gulag che li rinchiude; mentre fuggono, trovano il russo e lo portano con sé, alla ricerca della salvezza. Questi tre uomini ci conducono, attraverso il punto di vista dell’italiano, a un epilogo già visto, quasi da film, riuscendo comunque a interessare il lettore; il tutto anche grazie a un disegno molto accurato, sempre in grado di rendere l’atmosfera emotiva che vivono i personaggi. L’incomunicabilità tra le tre culture, radicale all’inizio ma che va mano a mano stemperandosi, quanto più i nostri accumulano esperienze in comune, si riflette nella scelta degli autori di mantenere la lingua originale sia per il tedesco sia per il russo. Superate le prime difficoltà, i pensieri di Attilio Limonta – questo il nome dell’italiano – ci aiutano ad entrare in una storia a tre; proprio come fossimo nella barzelletta di cui sopra, ciascuno compie e dice gli atti e le parole che sono legati al suo ruolo, ma lascia anche intravedere una sottile discrepanza. La conclusione della storia quindi non sarà in una risata, perché solo nelle barzellette la guerra fa ridere.

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