Recensione: Emma, Bastava chiedere

Emma
BASTAVA CHIEDERE
Edizioni Laterza, pp. 186, € 18
Traduzione di Giovanna Laterza

Divertente e ben articolato, il collage di vignette della blogger francese Emma si lascia leggere con piacere e fornisce al lettore parecchi spunti per riflettere sul rapporto tra uomo e donna nella società occidentale contemporanea. Il libro si articola in dieci capitoli, struttura che vanta molti precedenti storici, ed in ognuno di essi l’autrice affronta le svariate situazioni che nella vita privata e nel lavoro costringono le donne ad assumere, anche involontariamente ed inconsapevolmente, una posizione di svantaggio rispetto ai maschi. Il tutto si spiega, a detta dell’autrice, in virtù di un duplice ordine di motivi. In primo luogo, ogni relazione interpersonale ridotta o allargata che sia richiede un investimento in termini di lavoro relazionale da svolgere per conservarsi, e questo lavoro è riservato alla donna per via di impliciti culturali. In secondo luogo, nella dicotomia tra il tempo di lavoro e il tempo familiare, la donna è spinta culturalmente a riservare le sue attenzioni al secondo, mentre il maschio si concentra sul primo.
A parte qualche riserva sulla seconda dicotomia, perché opporre le due sfere significa reclamare di fatto due ordini di regole e, quando le regole si moltiplicano, si moltiplicano parimenti le opportunità di trovare scappatoie alle regole, il libro ha una sua coerenza ed è completamente condivisibile l’invito a farlo leggere prima agli uomini, come consiglia Michela Murgia nella sua prefazione.
Perché per conquistare nuove eguaglianze non basterà chiedere.

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