Recensione: Jennifer Haigh, L’America sottosopra

Jennifer Haigh
L’AMERICA SOTTOSOPRA
Edizioni Bollati Boringhieri, pp. 503, € 18,50
Traduzione di Mariagiulia Castagnone

Un grande romanzo corale americano attorno alla vita di una piccola cittadina, Bakerton. A Bakerton, fino all’inizo del secolo, si vivacchiava ancora di estrazione mineraria, carbone principalmente. Ma poi c’è la crisi, l’abbandono delle città, la chiusura delle attività produttive e così via, piano piano la città diventa zona depressa. Ma il sottosuolo americano ha riserve inaspettate. Sotto la terra della Pennsylvania c’è il gas, che però va estratto; e per farlo, occorre investire grossi capitali e distruggere, in pratica, l’ambiente. Sulle prime a nessuno interessa dell’ambiente, ci sono i soldi delle compagnie di estrazione, ma poi, piano piano, i disagi e le conseguenze per la salute di tutti muovono le acque.
Dati questi punti fermi su cui lavorare, Jennifer Haigh è bravissima a tratteggiare gli scontri di interesse e le vite affettive di tutti i protagonisti, che sono tantissimi; non per niente ho detto che si tratta di un romanzo corale. Difficile scegliere i personaggi da elencare. A mio parere risaltano su tutti la coppia Mack/Rose due lesbiche che vivono nella fattoria di Mack da quando Rose ha vent’anni – ora ne hanno cinquanta – e conducono una vita apparentemente normale, ma che sotto sotto lascia covare un sacco di non detto. E i loro vicini, la coppia Rich/Shelby, che per motivi economici, principalmente, aderisce entusiasta al progetto dei pozzi, cercando anche di convincere Rose a cedere la terra di Mack, salvo poi ritrarsi quando le conseguenze per la salute e la qualità della vita si fanno troppo pesanti. Ma sono solo due esempi della galassia di persone accomunate da una vita che una volta era comune e che adesso rischia di perdersi sotto i colpi dell’economia. Da leggere, anche per farsi un’idea su come vive la cosiddetta America di Trump.
Per chiudere, nota di demerito a traduzione e redazione del libro. Parecchi i refusi e disturbante la traduzione delle locuzioni americane in italiano lasciando comunque il testo originale; non parliamo poi del titolo (in originale Heat and Light). Sono comunque dettagli, che non devono impedire al lettore di porsi di fronte a un libro che lega in una struttura unica il primo incidente nucleare, che avvenne appunto in Pennsylvania nel ‘79, a Three Mile Island, alla distruzione del territorio alla ricerca di sempre nuovi modi di far soldi.
A ben vedere, non è solo un romanzo americano.

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