Recensione: Xhenet Aliu, Ottone

Xhenet Aliu
OTTONE
Edizioni Codice, pp. 347, € 19,00
Traduzione Fabio Viola

La giovane Xhenet Aliu racconta in modo creativo il profondo legame tra una madre e una figlia; lo fa collocandole in due momenti temporali ben distinti e così riesce a coinvolgere il lettore prima nella vicenda di Elsie, giovane cameriera lituana, che incontra al lavoro Bashkim, immigrato albanese che lavora nello stesso ristorante, di proprietà del cognato e della sorella; e poi in quella di Luljeta, la figlia diciassettenne di Elsie, che cresciuta obbediente e scrupolosa ma senza un padre, che decide di dare una scossa alla sua vita e parte per il Texas alla ricerca del genitore perduto. Alternando le due voci e quindi le due temporalità, Xhenet Aliu, effettivamente figlia di una lituana americana e di un immigrato albanese, e che ora vive e lavora in Georgia, racconta gli affetti e i contrasti che, con il tempo e la pazienza, costruiscono un legame indissolubile, quello tra madre e figlia. E l’ottone, una lega di metalli, è il simbolo, oltre che di un tempo perduto, anche di una nuova possibilità che può sempre sorgere all’incontrarsi di opposte prospettive.

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