Recensione: Santiago Gamboa, Ritorno alla buia valle

cover_9788866329220_2271_600Santiago Gamboa
RITORNO ALLA BUIA VALLE
Edizioni e/o, pp. 459, € 19,00
Traduzione Raul Schenardi

Se si prestasse la dovuta attenzione anche ai titoli, oltre alle copertine, che sono quello che spinge il lettore medio all’acquisto, si potrebbe pensare che il protagonista di questo romanzo è un po’ tocco, che ritornare in una buia valle non è proprio una genialata, se la valle è buia scappi, ma tant’è, visto che il romanzo narra di ritorni verso luoghi non proprio ameni. Il primo luogo non ameno è la Colombia, dov’è nato Santiago Gamboa, che racconta che la Colombia è un luogo non ameno perché in Colombia c’erano le F.A.R.C., che è un movimento di liberazione del popolo dall’oppressione dei ricchi, nato nel ’64 a seguito dell’oppressione dei ricchi appunto, e Gamboa racconta, tramite lo scrittore che è uno dei protagonisti del romanzo, cosa significa vivere all’estero senza avere una vera patria ove tornare, e questa mancanza si riflette anche in altri protagonisti del romanzo, soprattutto Manuela, che è una ragazza che è scappata dalla Colombia per via di intricate vicende familiari che non vi sto a raccontare, ma alla base delle quali c’è l’estrema violenza che ha percorso il popolo colombiano negli anni delle F.A.R.C. e che adesso, che c’è stata la pace con le F.A.R.C., si vorrebbe venisse rimossa, dimenticata, ma non è facile dimenticare le violenze subite, sono cose che formano il carattere, come ci viene mostrato dalla vita del vero protagonista del romanzo, che è quello che cerca di tornare alla valle buia, che è Arthur Rimbaud, il poeta, proprio quello.
La vita di Arthur Rimbaud mira al ritorno alla buia valle africana dove s’è costruito una vita, ma non lo sa, la vita di Rimbaud, che è a questo che mira, lo sappiamo noi che leggiamo a posteriori la sua vita, che è ricostruita in maniera mirabile da Gamboa, che è uno scrittore di un certo livello, molto più noto all’estero che in Italia, perché in Italia la letteratura sudamericana è solo Isabelle Alende e Gabriel Garcia Marquez, ed il livello di Gamboa gli permette di istituire dei parallelismi tra le vite dei vari protagonisti, compreso Rimbaud, e questi parallelismi mostrano i significati possibili della vita, che sono il ritorno e la ripetizione, da cui l’eterno ritorno di Nietzsche si conferma come la perfetta figura dell’uomo, mica paglia.

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