Recensione: John Irving, Viale dei misteri

4082639-9788817098151John Irving
VIALE DEI MISTERI
Edizioni Rizzoli, pp. 616, € 22,00
Traduzione Giuseppina Oneto

Per parlare dell’ennesimo libro di John Irving potrei limitarmi a fare un elenco di bambini abbandonati, animali da circo, persone che scoprono la propria sessualità in maniera inaspettata ed epifanica, ed è proprio qui che sta il bello dei libri di John Irving, che sono tutti lo stesso libro riscritto un’infinità di volte, si vede che John Irving ha molto tempo libero, che poi non è libero perché il tempo libero di uno scrittore, quello che per la gente normale come me, che scrivo ma non sono uno scrittore, scrivo di quello che altri hanno scritto ed io ho letto, e voi, che magari neanche scrivete di quello che avete letto limitandovi a leggerlo, ed usa questo tempo, John Irving, per inventare delle storie affascinanti che parlano, dicevo, sempre della stessa cosa, l’ineluttabile. John Irving, dicevo, ci racconta la storia di due bambini, Juan Diego e Lupe, e uno dei due diventa grande, e quando è grande si mette a fare lo scrittore, ed in quanto scrittore raggiunge una certa fama e quando si è famosi capita di avere dei sostenitori, e uno in particolare, l’antiabortista Clark French, suo ex allievo dei corsi di scrittura ed ora anche lui scrittore di successo, gli regala un viaggio alle Filippine. Oltre al fatto che l’aborto è un altro tema ricorrente in Irving, tra parentesi, anche se tra virgole, hanno appena ripubblicato Le regole della casa del sidro, che se volete avere un’idea di cosa fosse abortire quando non c’era una legge che lo permetteva dovreste leggerlo, nel viaggio si compie una completa rievocazione dei mesi che decisero della vita di Juan Diego, l’ho detto, è lui che diventa scrittore, ma non è spoiler perché si capisce subito nel libro, e questa vita di Juan Diego e Lupe si svolge in una discarica a Oaxiaca, che è una città del Messico, ed in questa discarica troviamo una miriade di personaggi, come sempre capita nei libri costruiti bene ci sono molti personaggi e tutti che fanno qualcosa, non sono messi lì a caso, e questi personaggi, tra cui tre preti, due suore, alcuni transessuali ed un americano che arriva per entrare nell’ordine dei preti di cui sopra ma poi cambia idea, per motivi che non posso svelare ma molto connessi alle tematiche abituali di Irving, ecco, tutti questi personaggi, insieme, costruiscono una mirabile panoplia su cui possiamo leggere il modo in cui il destino si svolge ineluttabile per chiunque. Uno scrittore è bravo se chi lo legge capisce questo alla fine, ma lo capisce non perché lo scrittore glielo dice, come farebbe Clark French, che è allievo di Juan Diego ma ha uno stile completamente differente, basato sul racconto della verità, stile che Juan Diego trova contraddittorio rispetto allo scopo della letteratura, che è mostrare la verità attraverso l’invenzione, e se questa frase vi sembra contraddittoria significa che dovreste provare a riflettere un po’ sulla letteratura, e John Irving secondo me è proprio bravo ad aiutare in questa riflessione, anche se questo libro è un po’ troppo per lettori esperti, esperti soprattutto di Irving ma anche in generale, e quindi se volete diventare lettori esperti, sia di Irving sia in generale, vi consiglio di iniziare con Le regole della casa del sidro, che è uscito in edizione economica ed è qua il libreria ad aspettarvi. Questo, se la descrizione che ne ho fatto vi lascia in dubbio, potete sempre prenderlo con comodo quando/se vi appassionerete, come me, della scrittura di John Irving, grazie mille.

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