Recensione: A. Balbi e R. Piccioni, Cosmicomic

Amedeo Balbi e Rossano Piccioni
COSMICOMIC

Edizioni Codice, pp. 126, € 21,00

In questo libro i due autori ci raccontano attraverso dei fumetti essenziali, che riescono a cogliere gli stati d’animo dei personaggi, le vicende che hanno portato alla scoperta della ‘prova’ del Big Bang, l’evento che avrebbe generato l’universo. Il fumetto racconta circa cinquant’anni di storia della scienza, dagli anni ’20 alla ‘casuale’ scoperta della radiazione di fondo dell’universo, che è la prova del Big bang che valse a Arno Penzias e Bob Wilson il Nobel per la fisica. Come ogni scoperta scientifica i dettagli che ne costellano il raggiungimento sono, oltre che poco noti, rivelatori del carattere sia imprevedibile sia collettivo del procedere della scienza.
Noi oggi crediamo nella correttezza della teoria del Big Bang; ma questa teoria, il cui nome fu creato da uno dei suoi antagonisti, Boyle, con finalità derisorie, non convinse da subito la comunità scientifica. Per lunghi anni, fino alla scoperta dei due vincitori del nobel, ad essa si contrappose la teoria dello stato stazionario. Senza entrare nel merito questa teoria prevede una creazione continua di materia per mantenere l’equilibrio tra le masse nell’universo; una creazione minuscola, in effetti, come viene chiarito nel libro. Se questa supposizione appare assurda si pensi a quanto è assurdo pensare l’universo concentrato in un unico punto da cui tutto sarebbe derivato. Ogni teoria ha al proprio centro uno o più dettagli indimostrati ed indimostrabili. Gli esperimenti portano conferme alla teoria finché altri esperimenti la disconfermano; allora la teoria viene sostituita. Questa è una descrizione di massima del procedere della scienza, sia chiaro. Ora la generazione di tutto a partire da un’immane esplosione originaria sta riscuotendo i favori del sistema scientifico in generale; non mancano però gli eredi di Hoyle, Bondi e Gold, i tre sostenitori dello stato stazionario. Non potendo portare prove a sostegno della propria tesi, cercano di dimostrare i limiti della teoria avversaria. Ad esempio sostengono che il dato del red shift, lo spostamento verso il rosso dello spettro delle galassie esterne, indice del loro allontanamento dalla terra, sarebbe da interpretare come segnale del loro invecchiamento: più una stella raffredda più emette luminosità verso il rosso.
Ripeto, i non addetti ai lavori difficilmente possono afferrare il significato matematico e fisico di questi lavori. In questo libro si cerca semplicemente di esporre una storia, attraverso le vite e le passioni di quanti vi furono coinvolti, pur ottenendo lo scopo di rendere comprensibile il significato astrofisico delle ricerche e delle scoperte.
Non male, per un fumetto.
I libri sul big bang si sprecano, essendo la teoria che va per la maggiore. Per chi volesse invece una trattazione tecnica delle più recenti scoperte per la teoria avversa, segnaliamo il bel volume edito da Jaca Book: Seeing Red, di H. Arp.

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