Recensione: Jeff Bartsch, Due Verticale, Nord

Jeff Bartsch, Due Verticale

Nord, pp. 317, euro 16.60

Traduzione Alessandro Storti

Vera e Stanley si conoscono ad uno Spellig Bee, una gara di ortografia, dove sono condotti sedicenni dalle rispettive madri, due vedove che vedono nel buon compimento del futuro dei figli la loro unisca meta.

I due sono estremamente intelligenti, ma con quell’intelligenza che rischia di sfociare nell’asocialità, trovando difficile condividere interessi con i coetanei. Sembrano fatti l’uno per l’altra e sembrerebbe anche la situazione ideale per creare uno di quei noiosi romanzetti in cui i due prima si piacciono, poi litigano e poi, scoprendo che hanno troppo in comune, si rimettono insieme. Niente di così orribile, ovviamente. Il nostro autore è invece molto abile, partendo da due psicologie affini ma assolutamente originali, a condurre la vicenda per vari luoghi d’America per una decina d’anni. Ed il mezzo che i nostri due eroi troveranno per cercarsi ogni volta che si troveranno divisi, sono i cruciverba: due verticale.

Come in ogni storia d’amore che si rispetti l’amore finisce per apparire come un elemento accidentale della vita; e, altrettanto accidentalmente, riconoscendone l’importanza è rincorso dai due con ruoli alterni, senza mai rinfacciarsi le parti assunte. Un amore bello come i migliori cruciverba: a schema libero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *