Giovanni Mastrangelo, Il sistema di Gordon, La nave di Teseo

Giovanni Mastrangelo, Il sistema di Gordon

La nave di Teseo, pp. 282

Dividere l’attenzione e ricordare sestessi. Ecco I due presupposti attorno a cui si costruisce la scuola di Gordon. Una scuola che, localizzata in America, potrebbe ricordare la lettore la lontana parabola di Dianetics; ma si tratta di tutt’altra cosa. In questo romanzo, che ricorda vagamente il gioco delle perle di vetro di Hesse, ci vengono raccontate diverse esperienze individuali in maniera molto poetica, tutte quante raggruppate attorno alla venerazione del maestro fondatore, Gordon appunto.

Gordon sostiene che compito della vita di ciascuno sia imparare. Imparare a dividere l’attenzione, in primis. In ogni momento della nostra vita noi possiamo essere gli spettatori di noi stessi; imparando a riconoscere la nostra recita noi prendiamo coscienza del nostro essere. Quando abbiamo fatto questo primo passo, da rinnovare in ogni istante, siamo pronto per andare alla ricerca di noi stessi.

Quello che potrebbe degenerare velocemente in un banale e sciropposo romanzo sulle pratiche new age, riesce a raggiungere l’opposto. Ovvero a mostrare la fisicità del tutto, solo elemento necessario per acquisire la necessaria, e prevalente, spiritualità del tutto. E l’autore, apprezzato collaboratore di Bertolucci, lo fa con una scrittura brillante, mai noiosa. Le vite dei principali discepoli di Gordon si snodano per oltre trent’anni nelle loro parole, che descrivono la parabole che ogni struttura compie. Da un iniziale scopo spiritualmateriale, alieno da ogni potere, Gordon arriva a costituire una struttura economica forte, quindi una struttura che gestisce potere. In modo altrettanto inevitabile, Gordon nasconde all’interno di questa struttura economica, un forte nucleo spirituale che custodisce personalmente, senza mai dare l’impressione di farlo.

Soprattutto, senza mai prendere la parola nel romanzo: le azioni bastano a descrivere il suo sistema. E’ questa l’essenza, del sistema di Gordon.

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