Recensione: Filippo Maria Battaglia, Stai zitta e va’ in cucina, Bollati Boringhieri

Filippo Maria Battaglia, Stai zitta e va’ in cucina

Breve storia del machismo in politica da Togliatti a Grillo

Bollati Boringhieri, pp. 109, euro 10

 

Questo breve e gustoso libro è fedelmente descritto già dal sottotitolo; una storia, cioè un insieme di fatti, che descrivono la considerazione della politica per il genere femminile, da Togliatti fino a Beppe Grillo.

Ciò che manca un po’ è la spiegazione del perché di un atteggiamento che lascia l’Italia agli ultimi posti della particolare classifica della parità di genere in politica. Basta guardare la situazione attuale per verificare come le donne sono considerate. Da Berlusconi a Grillo, senza dimenticare i leghisti, le donne assumono una funzione poco più che ancillare nei confronti dei maschi che coprono la maggior parte delle posizioni di responsabilità del governo – cosa un po’ meno vera con i governi Letta e Renzi – e degli enti locali (comuni e Regioni soprattutto). Nel passato sono comunque presenti i semi della situazione attuale. Già la bassa partecipazione delle donne alla costituente, per non parlare delle difficoltà di ingresso nei ranghi della magistratura, per non trascurare poi gli apprezzamenti sessuali diretti a comportamenti e atteggiamenti assortiti, in genere da parte di uomini di destra a donne di sinistra. La donna, per il politico italiano, ha sempre rappresentato un oggetto da disprezzare/svalutare, salvo accoglierla nelle funzioni che il machismo reputa adatte. Le ‘frasi celebri’ pronunciate dai politici di ambo gli schieramenti – soprattutto a destra – in occasione delle leggi Merlin e sull’aborto, lasciano veramente allibiti dopo tutti questi anni.

Eppure la politica non è figlia di nessuno, rappresenta tristemente l’apice di una cultura, quella italiana, che promuove una delle peggiori televisioni europee, dal punto di vista della valorizzazione della donna. Se la parte spettacolare della società sia la causa dello scadente livello della politica, o se sia lo svilimento della politica a giustificare l’emergere di una rappresentazione stereotipata e svilente della donna non sappiamo dirlo. Per uscire da questa sorta di doppio legame occorrerebbe un luogo comune e neutro, in cui discutere insieme, uomini e donne, ciascuno con le proprie peculiarità; ma al di là dell’appartenenza di genere, solo come individui.

Sì, ma intanto che discutono, chi mi prepara le lasagne?

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