Recensione: Sebastiano Vassalli, Io Partenope, Rizzoli

Sebastiano Vassalli, Io, Partenope
Rizzoli, pp. 275, euro 19.00

Giulia di Marco è l’ennesimo personaggio storico attraverso il quale Sebastiano Vassalli ha compiuto il suo ultimo sforzo di rappresentare la natura del popolo italiano. E’ riuscito a completare il volume poco prima che un male incurabile ponesse fine al suo percorso intellettuale e ciò rende ancora più importante cercare di conoscere la vicenda che vi si narra. Che è semplice e sconosciuta.
Giulia, al secolo suor Partenope, nacque in un paesino del Molise intorno al 1575. Venduta dalla madre ancora bambina ad un mercante, arrivò, attraverso i casi della vita, ad assumere un ruolo importante nella Napoli di inizio secolo. Il popolo le riconosceva capacità mistiche, una sua imprecisata capacità di unirsi a Dio. Ma il potere ufficiale della chiesa, vacillante per il propagarsi dell’eresia protestante, non poteva tollerare che questa figura non ufficiale assumesse tale rilevanza.
Con i toni precisi e coinvolgenti che contraddistinguevano il suo lavoro, Vassalli ci conduce, con una sensibilità da uomo contemporaneo, all’interno della vicenda spirituale e materiale della bizzocca napoletana (così erano dette le suore terziarie, quelle che non prendevano i voti, ma si dedicavano ai poveri per spirito di carità). E ci porta a vedere, oltre ai soliti e squallidi giochi di potere che passano sopra la vita delle persone, anche una parte non secondaria della storia dell’arte italiana; sì, perché suor Partenope divenne amica di Bernini e gli fu vicina mentre l’artista viveva le sue vicende amorose.
Tanto vicina gli era già stata per la notorietà che aveva raggiunto il processo per eresia cui fu sottoposta la bazzocca con i suoi fedeli; tanto vicina da ispirargli, questo suggerisce Vassalli, la famosa Estasi di Santa Teresa. Un’estasi che pare sconfinare nella sensualità, la cui esperienza diretta mina alla base ogni potere gerarchico. Questo contrasto, che nella realtà non esiste perché esiste solo nelle idee, valse la condanna a Giulia. Il destino di suor Partenope è il destino delle donne, o vi è speranza per il futuro? La risposta è incerta, perché la letteratura non fornisce risposte. Si limita ad indicare possibilità.

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