Recensione: Cristiano De Maio, Guarigione, Ponte alle Grazie

Cristiano De Maio, Guarigione
Ponte alle Grazie, pp. 241, euro 16.50
Il secondo romanzo di Cristiano De Majo potrebbe imporsi all’attenzione del pubblico sia per l’originalità del tema trattato sia per il modo di trattarlo, disperando ormai che la qualità letteraria, che indubbiamente c’è, possa di per sé valere notorietà al giovane autore. Un tema, in verità, quanto mai difficile da definire. Da un lato, dominante, ci sono le giovani vite dei due gemelli, T e D, che il narratore racconta nei primi anni di vita. Particolare inusuale, uno dei due gemelli ha una malattia genetica, l’epidermolisi bollosa. Questo giustifica una notevole differenza nei caratteri dei due bambini, oltre che nel trattamento riservato loro dai genitori. Ma la malattia del figlio è solo l’aspetto più saliente della storia; la guarigione che alla fine, forse, arriva non è solo quella dall’epidermolisi. Sottotraccia ci sono le esperienze vissute, prima e dopo la nascita dei bambini, che spingono involontariamente moglie e marito verso la guarigione personale. Una guarigione da intendersi come consapevolezza, più che una banale soluzione dei problemi. Perché i problemi si risolvono raramente, più spesso diventano dei non problemi, aspetti secondari della vita. Tra queste esperienze ‘gauritive’, un tumore che colpisce il narratore prima della nascita dei gemelli, l’insoddisfazione della moglie per il loro rapporto, l’insicurezza esistenziale che il precario lavoro nel mondo della cultura lascia al narratore. Tutto questo vissuto, attraverso il tempo, porta ad una guarigione.

Se fosse stato scritto in tempi più nobili, questo romanzo avrebbe potuto assumere delle dimensioni valoriali più ragguardevoli; ricordiamo il grande romanzo italiano di inizio ‘900 che è l’esempio della guarigione attraverso l’autocoscienza, ovvero La coscienza di Zeno. Questo, scritto in anni deludenti e sottotono, non fa altro che mostrare una via possibile e individuale per la guarigione. Nella differenza di intenzioni c’è tutto il senso del secolo trascorso tra quel capolavoro e questo buon libro.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *