Recensione: Giorgio Caponetti, Venivano da lontano

Giorgio Caponetti
VENIVANO DA LONTANO
Edizioni Marcos Y Marcos, pp. 298, € 12,00

Eccoci al secondo episodio delle indagine casuali di Alvise Pavari Dal Canal, il simpatico professore di ippologia che da Venezia questa volta si sposta a Tuscania per aiutare un collega etruscologo che gli ha chiesto aiuto. Quando arriva in loco però, dopo un salutare pranzo in una delle famose osterie dell’Etruria, andando al sito dove l’amico sta lavorando, lo trova morto. Il commissario che si occupa dell’indagine ovviamente gli chiede di aiutarlo, visto il suo legame con il defunto. E, altrettanto ovviamente, il nostro troverà ancora l’amore, impersonato da una giovane e intraprendente ex allieva. Ma non ci sono rose senza spine e, lungo l’indagine, Alvise troverà parecchie brutte sorprese.
Come sorprendenti sono anche le ipotesi, tutte dell’autore e funzionali solo (?) alla narrazione, sulla provenienza degli etruschi e dei loro cavalli, una razza specifica della zona che ancora la popola.
Venivano da lontano.

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