Recensione: Charles Baxter, Festa d’amore, Mattioli

Charles Baxter, Festa d’amore
Mattioli, pp. 294, euro 17.90
Traduzione di Nicola Manuppelli

E’ molto difficile scrivere una storia d’amore. Charles Baxter affronta il problema in maniera diretta, senza cercare di nascondere che insieme al bello dell’amore molto spesso si presenta il brutto della vita. Compito dell’uomo, ovvero dei personaggi del romanzo che dell’uomo sono casi specifici, è ar rientrare il brutto come espressione del bello, e non vedere le due facce del fenomeno come aspetti distinti, o peggio contraddittori, della vita.
Ci sono tre ‘famiglie’ di cui ci viene narrato la vita; famiglie, visto che siamo oggi in America, da intendersi in modo molto poco tradizionale. C’è lo scrittore Charles che si sveglia di colpo una notte; la moglie tenta di tranquillizzarlo, ma lui non si riaddormenta. Esce quindi per una passeggiata e incontra Bradley e il suo cane, Bradley. Bradley l’uomo è appena stato lasciato dalla sue seconda moglie alla quale aveva preso Bradley, il cane. Il cane è rimasto a lui. Bradley l’uomo è proprietario di un piccolo locale inserito in un centro commerciale. Nel locale una delle cameriere è la giovane Chloé, follemente innamorata di un altro cameriere, Oscar.
Questi sono i personaggi della vicenda che, variamente intrecciati ed analizzati ci condurranno al festoso finale di questo libro. Un libro molto bello, va detto, estremamente poetico nella capacità di mostrare come sotto l’apparente casualità della vita vi sia un senso, e quindi la costante possibilità di amare qualcuno. Talvolta le persone rischiano di farsi fuorviare dall’insensatezza che pare piombare a caso sulla vita quotidiana, ma è solo un’apparenza.
Volendo, prima o poi, possiamo sempre fare una festa d’amore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *