Recensione: Tony O’Neil, Black Neon, Playground

Ritornano Jeffrey e Randall, i due tossici conosciuti in Sick City, il primo romanzo di O’Neil edito in Italia. Il loro ‘problama’ con la droga non si è ovviamente risolto ma, provenendo da due famiglie diverse, diverso è il loro destino. Randall è costretto dal fratello ricco a seguire un programma di disintossicazione e reinserimento sociale per poter tornare in possesso dell’eredità paterna, mentre il povero Jeffrey con la sua compagna transessuale Ruth fa la fila per il metadone nei centri per i tossici. Il romanzo però inizia con le traversie di una coppia di lesbiche, Lupita e Genesis, costrette a fuggire insieme per evitare la vendette dei soci di Paco, ucciso dalla prima per salvare la seconda. Questi tre filoni narrativi si riuniranno attorno a Jacq Seltzer, regista e artista leggendario che viene convinto a girare il suo film, Black Neon, ambientato nei bassifondi della città.
Tutto quello che avevamo incontrato in Sick City viene qui riproposto e se possibile amplificato. Con uno stile che potremmo definire iperrealista O’Neil riesce a fare emergere l’umanità dei suoi personaggi e l’insensatezza dell’ambiente nel quale vivono, nel quale contano solo denaro, potere e droghe varie. Va segnalato che proprio attraverso l’esagerazione della rilevanza data a questi aspetti dell’esistenza è possibile fare emergere l’assurdità di ciò che è invece considerato normale, cioè la centralità di droga, potere e denaro nella vita delle persone. Siamo talmente bombardati di notizie ed informazioni che assumono implicitamente questi elementi come cardini dell’esistenza, che la nostra soglia di attenzione si è alzata: non ci facciamo più caso, non riusciamo più a vedere come sia disumano tutto questo. Solo una stimolazione palesemente oltre il limite fa sorgere il dubbio che forse si potrebbe vivere con criteri diversi.
Dubitare è un conto, farlo davvero è un altro paio di maniche però. Iniziamo a vedere come i protagonisti del romanzo risolveranno le contraddizioni del reale: black neon.

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