Recensione: Lawrence Block, Un’altra notte a Brooklyn, Sellerio

Lawrence Block. Un’altra notte a Brooklyn
tit. orig. A Walk among the Tombstones
Sellerio, pp. 434
traduzione Simona Fefè

Le serie in cui un ex poliziotto si dedica all’attività di investigazione privata non si contano. Il protagonista della più fortunata serie di Lawrence Block, prolifico scrittore statunitense che iniziò a scrivere nei lontani anni ’50 ma che si dedicò a questa, che gli valse il successo, solo nel ’76, è Matthew Scudder, che ha dovuto abbandonare il servizio pubblico per suoi problemi caratteriali. In particolare,una forte tendenza ad attaccarsi alla bottiglia. Ora, molti anni dopo quel periodo, Matthew pare resistere al demone alcolico e lo fa frequentando le riunioni degli Alcolisti Anonimi.
Questo è un elemento estremamente originale, che rende interessante una vicenda che è già di per sé ben organizzata. Si parte subito con un fatto di sangue; la bella moglie di un trafficante di droga, mr. Khoury, viene rapita e nonostante il pagamento del riscatto, fatta a pezzi e rimandata al marito. Il marito giura vendetta agli assassini e chiama in causa Scudder; l’ovvia giustizia finale si realizza solo dopo avere incontrato e conosciuto svariati personaggi interessanti, che gravitano tutti in un universo che potremmo chiamare di marginali adattati. C’è il fratello di Khoury, ex tossico e alcolista e il piccolo TJ, ragazzino di età indefinita che aiuta il nostro nelle indagini; e c’è la bella Elaine Mardell, prostituta, con la quale il nostro ha una relazione extra lavorativa che evolverà in direzioni interessanti alla fine dell’episodio.
Una scrittura pulita condita da dialoghi accattivanti rende il libro un buon momento di svago; l’unica pecca è che l’ordine della pubblicazione dei romanzi in originale non è minimamente rispettato. Questo episodio, il secondo di Sellerio – in origine i romanzi erano stati pubblicati da Mondadori -, è il decimo della serie; il primo pubblicato, L’ottavo passo, è addirittura l’ultimo. L’evoluzione del personaggio, il senso delle sue serate con gli AA (pare che ci sia molto dell’autore in questo tentativo di sfuggire all’alcool) ed il rapporto particolarissimo che ha con Elaine, che sono secondo me l’aspetto più rilevante della storia, rischiano di scomparire e di perdersi nell’inessenzialità del crimine da risolvere. Tutti i gialli, soprattutto i seriali, hanno un crimine da risolvere, e si sa già che sarà risolto. Ritengo che pubblicare libri in questo modo sia una conferma involontaria al pregiudizio diffuso che la narrativa di genere non sia letteratura. Credo invece che Lawrence Block abbia molte cose da dire sui rapporti umani e sull’esperienza dell’alcolismo, molte meno su due pazzi che fanno a pezzi le vittime dei loro crimini.

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