Recensione: Lelio Luttazzi, L’erotismo di Oberdan Baciro, Einaudi

Lelio Luttazzi, L’erotismo di Oberdan Baciro
Einaudi, pp. 158, euro 17
E’ incredibile quanto le tematiche dei romanzi si possano ripetere. Se questo non fosse un libro inedito, direi che Philp Roth abbia avuto dei suggerimenti su come scrivere Indignazione. Lì si parla di un ragazzo ebreo ateo che, per fuggire dal padre oppressivo, finisce al college e poi in guerra; qui invece si parla di un ragazzo che vuole fuggire dalla madre, ossessiva, e poi finisce in guerra. Uguale la sorte che attende i due protagonisti come uguale è l’ossessione che anima i due. E’ pur vero che l’ossessione di Roth è sempre quella e già in Portnoy ne aveva diffusamente parlato. Comunque sia, influssi occulti a parte o, più probabilmente, a parte una comune sensibilità nei confronti dei problemi della crescita, il romanzo di Lelio Luttazzi sorprende per freschezza e piglio narrativo. La vicenda del povero Oberdan, per molti versi simile all’omonimo attentatore alla vita dell’imperatore d’Austria, si snoda però in una Trieste ben più meschina rispetto all’America dove si muove Marcus Messner, il protagonista di Indignazione. Questa meschinità però non può che essere il tratto distintivo dei protagonisti credibili dei romanzi italiani e quindi onore a Luttazzi che ha saputo così bene tratteggiare la crescita di Oberdan, tra una madre fascista e ultracattolica e il mondo dei ricchi, che lo attrae ma nel quale non può entrare. Tra questi due poli Oberdan sviluppa una serie di pensieri estremi per l’epoca sul libero amore e sulla necessità per l’uomo e la donna di essere aperti alle esperienze sessuali. Provenendo però da un livello sociale appena un gradino sopra al lumpenproletariat Baciro collezionerà una serie di partacce che ne pongono in risalto, appunto, la meschinità. Alla fine non vi è spazio per l’indignazione in prima perso! na, che definisce il protagonista del romanzo di Roth, ma occorre lasciare lo spazio ad una voce narrante che chiuda la vicenda. L’italiano dà il meglio di sé parlando di erotismo, l’ebreo esprimendo la propria indignazione.
Mi pare che su questa considerazione ci si possa riflettere a sufficienza.

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