Recensione: Michele Governatori, Carbonio, Terre di mezzo,

Michele Governatori, Carbonio
Terre di mezzo, pp. 218, euro 14
Uno scrittore italiano che voglia dire veramente qualcosa si trova di fronte ad un compito improbo. Michele Governatori ci riesce adottando quella che è l’unica via rimasta: dire come stanno le cose, senza cercare significati metaforici o un superamenti dell’esistente, che non ci sono più.
     La vicenda di Elia Ferri, il protagonista della storia, è in questo senso esemplare. Impiegato in un’agenzia di tutela dell’ambiente, Ambiente Nostro, conosce un personaggio dai tratti incerti, tale Maxer che, come si scoprirà, è legato a tutti quelli che contano. Maxer, scorgendo in lui delle ‘potenzialità’, lo convince a mollare lo stipendio da fame di Ambiente Nostro e a sposare la causa della ricarbonizzazione. Anche Maxer, sembra, ha delle idee che sposano l’ambientalismo e la ricarbonizzazione è una di queste; si tratta di trasferire le scorie del carbonio prodotto delle industrie sottoterra, in cave abbandonate o miniere in disuso. Piano piano il progetto prende il via e Elio vi è sempre più coinvolto; nonostante si renda conto di essere una pedina, nient’altro che una pedina, fa di tutto per evitare di venire a conoscenza delle informazioni che gli permetterebbero di evitare il disastro che si profila minaccioso sul paesino che è stato scelto come primo sito per l’esperimento della ricarbonizzazione.
     Al di là del dramma umano e civile su cui si chiude la vicenda – dramma che l’Italia ha più volte sperimentato a causa dell’insipienza dei suoi politici e del pelo sullo stomaco dei suoi capitani d’industria – è interessante osservare l’evoluzione del protagonista che si trasforma da ecologista convinto e austero, che con Silvia, la sua compagna, faceva ore a piedi per trovare spiazzi isolati, a borghese che si preoccupa del benessere della figlia e dei desideri di consumo della moglie. Dietro di lui agiscono, come diavoli tentatori Maxer e il suo capo, Socci, e tutto un sistema di privilegi cui si può accedere solo rendendosi corresponsabili.
     Mi pare evidente che non c’è metafora.

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