Recensione: Leon De Winter, Diritto al ritorno, Marcos Y Marcos,

Leon De Winter, Diritto al ritorno
Marcos Y Marcos, pp. 446, euro 18
Traduzione Franco Paris
     Il rapimenti dei bambini è attività odiosa, inutile dirlo. Gli scopi per cui i bambini vengono rapiti sono svariati, nessuno onorevole, ma quello che ci viene presentato qui lascia allibiti: per diventare una bomba umana occorre essere addestrati fin da piccoli.
     Incontriamo il protagonista della vicenda, Bram Mannheim, ad un posto di blocco per andare nei territori occupati della Palestina; siamo in un futuro prossimo, 2024. Il suo socio, Ikki, ha un presentimento, ma i due decidono di non tenerne conto. Dopo l’incontro con l’informatore tornano al tecnologicissimo posto di blocco e passano poco prima che un’esplosione lo distrugga: una bomba umana, di sangue ebreo – in questo futuro le macchine sanno distinguere il sangue ebreo da quello arabo – si è fatta saltare, sacrificando la propria vita per uccidere più ebrei possibile.
     Dopo questo inizio thriller siamo condotti a ritroso nel tempo nella vita di Bram, e conosciamo il suo passato di professore universitario di storia, il suo matrimonio con la bella Rachel e la nascita del figlio Bennie. Poi Bram si trasferisce in America e qui il figlio, a quattro anni, viene rapito; capiremo leggendo che ci sono buone possibilità che il figlio sia stato utilizzato per il ruolo di bomba umana. A questo punto Bram, come si dice, sbarella ed inizia a cercare il figlio rapito. Con una narrazione molto dettagliata e curata De Winter ci porta a capire a fondo il suo personaggio ed i suoi motivi che, ovviamente, traggono origine da conflitti irrisolti col padre, professore di matematica all’università.
     C’è un lieto fine comunque e quindi, pur sposando appieno la tesi del diritto ebreo allo stato, non è un romanzo politico, non si schiera da una parte o dall’altra. Bram fonda e dirige un’agenzia per il ritrovamento dei bambini scomparsi ed il suo è quindi un intento umanitario.
     Difendere il diritto al ritorno tra le braccia del padre.

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