Recensione: Roberto Bolano, I dispiaceri del vero poliziotto, Adelphi

Roberto Bolano, I dispiaceri del vero poliziotto
Adelphi, pp. 299, euro 19

Traduzione Ilide Carmignani
La trasformazione di un cinquantenne da eterosessuale ad omosessuale; questo, all’apparenza, è il filo conduttore di quest’ultimo romanzo estratto dal lascito di Bolano. Ma solo all’apparenza, chè in questo romanzo si parla, e bene, di tutto. Si parla di vite individuali e di ambienti sociali, si parla di letteratura e di vita quotidiana, di passioni e freddezza, di Aids, di gioie e di morte. Si parla di talmente tante cose, e tanto bene che non ritengo giusto ridurre questo Tutto con un riassunto e un paio di considerazioni abborracciate e buttate lì. Per chi vuole farsi un’idea di cosa troverà in questo libro propongo la lettura di un breve capitolo in cui il presunto protagonista, il professor Amalfitano, propone alcune considerazioni sulla vita:
     “Alla radice di tutti i mali, pensava a volte Amalfitano, si trova la mia ammirazione per gli ebrei, gli omosessuali e i rivoluzionari (i rivoluzionari veri, i romantici e i pazzi pericolosi, non gli apparatcik del Partito Comunista Cileno né i suoi deprecabili gorilla, ah, quegli esseri grigi e spaventosi). Alla radice di tutti i miei mali, pensava, si trova la mia ammirazione per certi drogati (non poeti drogati, né artisti drogati, ma drogati e basta, tipi rari da trovare, tipi che si nutrivano di se stessi quasi alla lettera, tipi che erano come un buco nero o come un occhio nero, senza mani né gambe, un occhio nero che non si apriva mai o non si chiudeva mai, la Testimonianza Perduta della Tribù, tipi che sembravano schiavi della droga nella stessa misura in cui la droga sembrava la loro schiava). Alla radice di tutti i miei mali si trova la mia ammirazione per i delinquenti, le puttane, gli squilibrati, si diceva Amalfitano con amarezza. Nell’adolescenza avrei voluto essere ebreo, bolscevico, negro, omosessuale e mezzo matto, e come se non bastasse monco, ma sono diventato solo un professore di letteratura. Meno male, pensava Amalfitano, che ho potuto leggere migliaia di libri. Meno male che ho conosciuto i Poeti e che ho letto i Romanzi. (I Poeti, per Amalfitano, erano esseri umani splendenti come un lampo, e i Romanzi, le storie che nascevano direttamente dalla fonte del Don Chisciotte). Meno male che ho letto. Meno male che posso ancora leggere, si diceva tra scettico e speranzoso.”

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