Gruppo Acquisto 12: i vini di San Fereolo di Nicoletta Bocca.

Gruppo Acquisto 12_2012: i vini dell’Azienda Vinicola San Fereolo di Nicoletta Bocca.

VINI ARRIVATI E PRONTI PER IL RITIRO.

DETTAGLI DEL GRUPPO D’ACQUISTO 12:

Ecco le modalità di partecipazione al Gruppo d’Acquisto 12, ultimo relativo ai vini prima dell’estate, dandoci appuntamento a settembre.
Come al solito i prezzi sono quelli che il produttore pratica al privato che si reca direttamente in cantina, senza passaggi intermedi o ricarichi aggiuntivi sui prezzi. Se il numero di bottiglie ordinate sarà sufficiente non ci sarà nessuna spesa di trasporto.
(Per chi fosse interessato i prezzi potete richiederli a questa email: giovanni@spazioterzomondo.com)

–          I prezzi dei vini sono quelli praticati ai privati dal produttore direttamente in cantina.

–          Se il numero complessivo delle bottiglie ordinate complessivamente dal Gda sarà congruo, non verrà richiesto nessun contributo per le spese di spedizione.

–          Punto di raccolta degli ordini, di smistamento e pagamento delle bottiglie ordinate sarà lo Spazio Terzo Mondo.

–          Non sono richiesti minimi d’ordine.

–          Raccoglieremo gli eventuali ordini entro e non oltre il 20 giugno 2012, con arrivo dei vini previsto nella settimana successiva.

–          Per ordini e ulteriori informazioni sui prezzi scrivete a giovanni@spazioterzomondo.com oppure telefonate in libreria chiedendo di Giovanni.

 SAN FEREOLO E I VINI DI NICOLETTA BOCCA (scarica la brochure di presentazione in formato PDF)

DOGLIANI
“Come definire San Fereolo se non un gioco di incastro espresso nei vini, di tanti appezzamenti sparsi nel territorio di Dogliani? Le mie vigne sono state acquisite passo dopo passo a partire dal 1992, anno di nascita di questa cantina. A volte appartenevano a qualcuno troppo anziano per poter lavorare ancora, tutte sono state scelte comunque per la forza e il carattere che avrebbero impresso ai vini, per la storia di chi le aveva lavorate e che lasciava memoria di sé nel luogo, come le radici della vite la lasciano nel terreno. Una paziente raccolta di tasselli sparpagliati sulla destra del fiume Rea, tra Dogliani e Monforte d’Alba, che oggi sono diventati un’azienda di 12 ettari capace di produrre circa 45mila bottiglie. Siamo nel sud del Piemonte, a un passo dalla Langa del Barolo, ma la nostra è rimasta una terra più selvaggia, fatta ancora di boschi, noccioli e semenzai. Un paesaggio variegato dominato dalla cerchia delle alpi e dalle sue brezze fresche, ideali per un vitigno esigente come il dolcetto.”

SAN FEREOLO
A San Fereolo prevale il lavoro nella vigna. Coltivare la vite è un mestiere che richiede un profondo impegno morale. Non c’è posto per la menzogna e ogni errore porta conseguenze che si dovranno inevitabilmente affrontare, quindi bisogna essere pieni di attenzione, di amore ed onestà. E’ anche un lavoro che ti fa capire cosa è la natura, quanto dipendiamo da lei e quanto possiamo guidarla, anche senza essere arroganti. Ti bastano un po’ di esperienza e di osservazione per capire che se non la ascolti e non la rispetti stai remando contro te stesso. Ogni pianta, ogni vigneto, è come un individuo che si esprime nella coralità, in una rete di relazioni con le piante che la circondano, con il luogo in cui sono e persino con lo spazio in cui la terra è collocata. Ho cercato un’agricoltura che fosse attenta all’osservazione di questi rapporti, a queste metamorfosi continue, che si avvicinasse alla capacità di osservazione degli anziani. L’approccio biodinamico è stato inevitabilmente quello più rispondente.

I VINI
I nostri vini sono espressione dei vitigni tradizionali del Piemonte, dolcetto, barbera e nebbiolo, più la sorpresa di un bianco ‘fuori zona’. Le uve si trasformano con vinificazioni lente e mai forzate. Sono vini che esprimono una potenza capace di non tramutarsi in arroganza, che cercano di unire gli aspetti più materici dei sentori di buccia e di terra, a quelli di una pura forza verticale presente negli aromi svincolati dal frutto primario. Sono come un fuoco di tralci di vigna che trasforma la materia in luce, calore ed energia. Riflettono nel bene e nel male il carattere di chi li ha aiutati a nascere: per questo non sono compiacenti e non cercano un’approvazione acritica. Potrebbe capitarvi di trovarli al primo impatto richiusi su loro stessi, un po’ solitari, scostanti, prima che diventino familiari e comincino a disvelare complessità e promesse di durata ed evoluzione nel tempo. Sono compagni fedeli che riflettono un’impressione di vecchio Piemonte come terra di tesori nascosti da pudore, riservatezza e caparbia.

DI SEGUITO UNA BREVE PRESENTAZIONE DEI VINI. PER LE INFORMAZIONI TECNICHE RIMANDIAMO AL SITO INTERNET DI NICOLETTA: http://www.sanfereolo.com/ita/vini.php
DI CIASCUN VINO SONO DISPONIBILI DIVERSE ANNATE E I FORMATI MAGNUM. RIMANDIAMO COMUNQUE AL LISTINO PREZZI CHE VA RICHIESTO A QUESTO INDIRIZZO: giovanni@spazioterzomondo.com

  • VALDIBA’ – dolcetto di Dogliani Doc – dolcetto

Un’idea difficile da accettare perché in contrasto con il mio carattere. L’idea di un vino pensato come momento di piacevolezza dedicato al bevitore e non come pura espressione della ricerca del produttore. Ma anche la gioia di dare una versione classica del dolcetto che portasse in dote alla denominazione la vinificazione naturale propria di questa cantina. Non più un San Fereolo in tono minore, ma un vino diverso che cerca la strada di una semplicità non necessariamente banale.

  • SAN FEREOLO – Dogliani Docg – dolcetto

Un’idea completamente diversa del Dolcetto fondata sulla ostinata convinzione che le capacità espressive di questo vitigno vadano ben oltre a quella che è la consuetudine del vino immediato.
Un’idea che esalta i caratteri ‘nebbiolo’ di quest’uva, ricercando la sfida con i tannini del dolcetto e i suoi profumi inconsueti. Curato in vigna e vinificato in cantina per avere prospettive di durata e per esprimersi, mutando, nel tempo. Va giudicato con un altro metro, per la sua capacità di stupire.

  • AUSTRI – langhe rosso Doc – barbera

Da sempre, dal 1995, la voglia di riportare nel barbera l’austerità e gli aspetti aromatici del rovere di Slavonia, in un periodo dominato dal rovere francese, ma anche il desiderio di poter tenere i vini più sporchi durante la loro evoluzione in legni più piccoli e assecondarne la dolcezza e il frutto. Quindi utilizzo di entrambi legni, grandi e piccoli. Un barbera che sapesse far emergere o nascondere a tratti le due anime di questo vino, quella più piemontese e seria e quella più internazionale, data in primo luogo dalla natura poco tannica del vitigno e dal frutto di immediata piacevolezza e comprensione.

  • IL PROVINCIALE – langhe nebbiolo Doc – nebbiolo

Un’idea assolutamente tradizionale del nebbiolo. Conoscendo la capacità e la sensibilità di questo vitigno nell’esprimere il territorio e la sua innata eleganza, grande semplicità di vinificazione e grande rispetto delle sue possibilità espressive. Vinificazione da Barolo nella ricerca non di un nebbiolo fresco e fruttato, ma di un vino più austero. Per me, come produttore, possibilità, attraverso quest’uva, di capire meglio ancora il terroir di Dogliani, le sue austerità tanniche e farne tesoro.

  • COSTE DI RIAVOLO – langhe bianco Doc – riesling renano, gewurtztraminer

Un bianco da riesling renano e gewurtztraminer che ogni anno asseconda, per macerazioni e fermentazioni, la materia prima che arriva in cantina senza che ci sia una storia già scritta. Un bianco pensato come se fosse un rosso, evitando tutti quegli accorgimenti di tecnica di cantina che permettono di mantenere il frutto del bianco purissimo e slegato dalla sua vita materiale. Il fascino delle vinificazioni naturali sulle fecce dell’Alsazia, la ricerca degli aspetti più opulenti di questi vitigni senza mai lasciarsi andare a surmaturazioni o residui zuccherini.

  • 1593 – Dolcetto di Dogliani Superiore Doc

Un dolcetto che affronta un invecchiamento di tre anni in legno ed un lungo affinamento in bottiglia. Un’idea all’inizio indefinita, nata dalla conversazione con altri produttori, poi sostenuta dalla convinzione interiore di voler sperimentare invecchiamenti in legno più lunghi, nonostante la delicatezza aromatica del vitigno. Un’idea basata anche sull’assaggio fortuito di dolcetti vecchissimi tenuti in legno per impossibilità di altre scelte e mantenutisi freschissimi per decenni. Una scoperta, questa nota di giovinezza eterna, pur nella lieve trasfigurazione aromatica.

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