Recensione: Sam Lipsyte, Chiedi e ti sarà tolto, Minimum Fax

Sam Lipsyte, Chiedi e ti sarà tolto
Tit. originale Tha Ask
Minimum fax, pp. 371, euro 16.50
Traduzione Anna Mioni
Milo Burke è un normalissimo impiegato che lavora in una università americana. Il suo compito, che assolve molto svogliatamente e con risultati deludenti, è reperire fondi presso donatori privati per incrementare le offerte della struttura. Visto il suo passato d’artista – da giovane ha covato ambizioni di pittore – si occupa dello sviluppo di nuove strutture dedicate alle arti visive. Ma un giorno la mediocrità della sua posizione fa a cazzotti con il suo ego smisurato – Milo immagina sempre che la sua opera venga ricuperata per essere portata all’attenzione di tutti – e, di fronte alle insipienti richieste di una ragazza, figlia di un grosso donatore, sbotta e le rovescia addosso tutto il malanimo che cova verso i mediocri dai tempi dell’università. Licenziato in tronco Milo si ritrova a dovere affrontare anche le difficoltà del suo scricchiolante matrimonio con Maura e dell’educazione del figlio Bernie. Nel momento della crisi però, inaspettato, giunge un gancio cui appendersi per salvarsi. Purdy, amico dei tempi dell’università, figlio di papà già ricco che poi ha fatto altri soldi, ha chiesto all’università Milo per un progetto filantropico che gli interessa. L’università vede balenare una possibile grossa donazione e Milo è riassunto.
     Da qui in avanti vi è la descrizione del progressivo deteriorarsi di tutta la vita di Milo. Diviene sempre più consapevole della scarsità dei suoi legami con gli altri ma, soprattutto, di quanto la propria immagine sia falsa. Pur riuscendo ad ottenerela donazione, non è chiamato in causa a gestirla; si separa da Maura e riperde il lavoro. L’amarezza della storia si stempera però con un notevole cinismo che giustifica il finale pacificatore di Milo che, arrivato al punto più basso della sua vita, riscopre nella semplicità forzata un buon rimedio al suo egocentrismo, motivo principale della sua insoddisfazione nella vita precedente.
     Un buon romanzo quindi, forse troppo calato nella realtà metropolitana di New York ma comunque pieno di spunti per riflettere e ridere, che sono le sole cose che molto spesso restano da fare. Perché non c’è risposta alla domanda, e quindi se chiedi ti sarà tolto.

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