Recensione: Dominique Manotti, Il corpo nero

Dominique Manotti
IL CORPO NERO
Edizioni Tropea, pp. 286, € 16,50
Traduzione Ester Borgese

Un noir di sicuro effetto, crudo ed impietoso al punto giusto, ambientato nella Parigi alla fine della seconda guerra mondiale. Ecco in due parole la sintesi di questo pregevole romanzo. L’agente della Buoncostume Domecq è in effetti un infiltrato dei servizi britannici; gli americani stanno per sbarcare in Normandia e l’ambiente inizia a diventare agitato. Attorno al nostro bravo poliziotto gravitano una miriade di personaggi che lui, in quanto soldato della parte avversa, deve cercare in ogni modo di non incuriosire con i suoi comportamenti. Più facile a dirsi che a farsi. In breve Domecq è preso in mezzo ai giochi di potere che vedono coinvolti il vice capo delle ss di stanza a Parigi, Bauer, e Deslauriers, un francese che, dopo quattro anni di culo e camicia con i tedeschi, vista la mala parata, sta cercando di capire come fare per salvare se stesso, i suoi averi, e la donna che ama; ma Dora, la donna in questione, sta ufficialmente dall’inizio dell’occupazione con Bauer.
Domecq è amico di Dora e quindi possiede un punto di vista privilegiato da cui osservare l’evolversi della vicenda. Vanno aggiunti, anche se non possiamo nominarli tutti, altri agenti della polizia, chi tra i buoni chi tra i cattivi e alcuni civili che subiranno la violenza di questo passaggio di potere. Fino al finale, con quella dose di amarezza che ogni buon noire deve lasciare al lettore.
Un romanzo molto avvincente dicevo, ed estremamente violento. I nazisti non sono delle brave persone, ma i francesi collaborazionisti non erano da meno. Il tutto raccontato con uno stile volutamente essenziale, tutto mirato all’azione, dalla storica Dominque Manotti che, accanto alla trama, inserisce dei brevi incisi in corsivo nei quali descrive l’avanzata delle truppe alleate verso Parigi e Berlino. Da leggere, oltre che per la storia, anche per ricordare dei fatti.
Un edu-noir.

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