Recensione: Tom Rachman, Gli imperfezionisti, Il saggiatore

Tom Rachman, Gli imperfezionisti
Saggiatore, pp. 361, euro 18
Traduzione Seba Pezzani
 
L’informazione è il vero protagonista di questo buon romanzo. Dall’apertura nel 1954 per opera di Cyrus Ott fino ad oggi, seguiamo le vicende di un fantomatico giornale a vocazione internazionalista con sede a Roma e redazione anglosassone. La conclusione è ovvia tenuto conto che l’informazione è il soggetto/oggetto della narrazione ma, oltre all’ovvia conclusione, leggiamo le vicende personali di svariati personaggi che gravitano attorno al mondo dell’informazione e che rendono la lettura estremamente gradevole e coinvolgente.
Si parte da un vecchio corrispondente estero che non riesce più a scrivere, per andare al momento della fondazione, quando l’eccentrico milionario Cyrus Ott mette i soldi per lanciare questa impresa; alla fine si scopriranno i motivi per cui decide di investire in questa macchina mangia soldi. Conosciamo mano a mano i giornalisti che si sono succeduti per più di cinquant’anni e di ognuno cogliamo la dimensione umana insieme a quella lavorativa. Entrano nella storia anche i lettori, con la vecchia alto borghese dei Parioli che legge il giornale da cima a fondo e che quindi è rimasta indietro nel tempo, e c’è un divertente siparietto sui reporter d’assalto.
Tom Rachman ha prelevato in presa diretta il materiale per questo suo primo romanzo, facendo capire benissimo come molto spesso il lavoro di pubblicazione delle notizie sia, soprattutto di questi tempi, nient’altro che un lavoro di taglia e incolla.
Nessun rimpianto quindi alla fine, quando il giornale chiude; un po’ di più quando si deve chiudere il libro.

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