Gruppo d’acquisto dei vini dell’Azienda Vinicola Guccione.

NON SOLO LIBRI…
DI VINO, DI CIBO E DINTORNI.

I VINI SONO ARRIVATI E PRONTI PER IL RITIRO.

GRUPPO D’ACQUISTO 3: I VINI DELL’AZIENDA VINICOLA GUCCIONE.

Cari amici, dopo il buon riscontro dei due precedenti gruppi d’acquisto di Chianti Classico Le Boncie e di Verdicchio di Matelica Collestefano, proponiamo il terzo G.d.a. con i vini dell’Azienda Vinicola Guccione di Monreale (PA) dei fratelli Francesco e Manfredi.

Abbiamo assaggiato i vini e conosciuto i fratelli Guccione durante la manifestazione di produttori di vini naturali Vini Veri di quest’anno ed è con grande piacere e sorpresa che per livello qualitativo dei prodotti oltre che per preparazione, passione e simpatia dei conduttori di questa piccola azienda familiare, abbiamo deciso di inserirne i vini nella nostra carta, partendo proprio con un Gruppo di Acquisto.
AZIENDA E VIGNE

Francesco e Manfredi Guccione conducono l’omonima azienda che dista da

Palermo 35 Km, sita nel Comune di Monreale in contrada Cerasa, tra San Cipirello
e Piana degli Albanesi.
Estensione aziendale 20 ha ca. così suddivisi:
– 3 ha a Trebbiano I.G.T. Sicilia,
– 2 ha Catarratto Lucido I.G.T. Sicilia;
– 1 ha Nerello Mascalese I.G.T. Sicilia;
– 1 ha Perricone I.G.T. Sicilia;
per la restante parte seminativo e ortaggi, lago e piccola zona boschiva.
I terreni sono esposti ad est-ovest in piena collina da 450 metri a 600 metri di altitudine.
L’azienda è certificata in biologico dal 1996 e dal 2005 in conversione biodinamica.
Il suolo si presenta in alcune zone di medio impasto argilloso e in altre zone a suoli bruni di medio impasto.
In cantina si svolgono poche operazioni tutte volte a salvaguardare la qualità dell’uva e del lavoro svolto in campagna (è per noi fondamentale il rispetto dell’ambiente e del consumatore) per non modificare l’originalità dei nostri prodotti.
Per questo motivo ci siamo imposti un protocollo di qualità che è tra i più restrittivi in campo vitivinicolo.
Da qui fermentazioni spontanee senza aggiunta di lieviti selezionati, bassissima solforosa (stiamo lavorando per eliminarla completamente) nessuna modificazione nella struttura del mosto, no alla filtrazione sterile sotto i 3 micron, nessuna operazione di “imbellettamento” dei vini prima dell’imbottigliamento (es. no gomma arabica e altro).
Vini disponibili:
–          Veruzza – Trebbiano in purezza, vendemmia 2008 12,00% vol.
–          Lolik – Trebbiano in purezza, vendemmia 2007 14,50% vol.
–          Girgis extra – Catarratto Lucido in purezza,vendemmia
2008
12,50% vol.
–          Gibril – Nerello Mascalese in purezza, vendemmia 2008 13,00% vol.
–          Arturo di Lanzeria – Perricone in purezza, vendemmia 2008 13,00% vol.
Nel dettaglio:
–          Per informazioni più dettagliate sui vini e sull’azienda è possibile visitare il bel sito internet dell’azienda: www.guccione.eu
–          I prezzi dei vini praticati sono quelli che i produttori praticano in cantina.
–          Se il numero complessivo delle bottiglie ordinate complessivamente dal Gda sarà congruo, non verrà richiesto nessun contributo per le spese di spedizione.
–          Punto di raccolta degli ordini, di smistamento e pagamento delle bottiglie ordinate sarà lo Spazio Terzo Mondo.
–          Non sono richiesti minimi d’ordine.
–          Raccoglieremo gli eventuali ordini entro e non oltre il  23 ottobre 2010, con arrivo dei vini previsto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre 2010.
–          Per ordini e ulteriori informazioni sui prezzi o quant’altro scrivete a giovanni@spazioterzomondo.com oppure telefonate in libreria chiedendo di Giovanni.
CERASA E SICILIA
Noi siamo a Cerasa, una contrada di Sicilia che sta fra San Cipirello e Piana degli Albanesisotto il monte Jato.
Siamo alle spalle di Palermo, ma già in un altro mondo in cui le onde del mare vicino si sono trasformate nel moto che increspa la terra e si perde a vista d’occhio, rendendoci eterni naviganti dentro un isola di cui non possiamo scorgere l’orizzonte. Alle nostre spalle le montagne brulle su cui le brezze umide del mare si condensano creando nubi e nebbie che tracimano e scendono a valle e ricordano le terre magre e pietrificate di un nord brumoso e inquieto. Ed il paesaggio di tutti i caratteri freddi che ci sentiamo dentro e che ci seguono da sempre. Di fronte a noi le infinite distese di campi coltivati a cereali che d’estate si infiammano e in un attimo bruciano di calore in una luce così abbacinante e intensa da essere quasi rarefatta. La sostanza di tutti i caratteri caldi che abbiamo dovuto apprendere, e che ora sono il luogo che abitiamo. A congiungere i due mondi le case avvolte dall
ombra di eucalipti e sommacco e la fontana che disseta senza sosta con quellacqua che a Cerasa è bellissima.
Cerasa è il luogo di incontro di due qualità di luce. La luce abbagliante del calore di un isola in cui siamo arrivati stranieri, che si incontra con una luce specchiata dal ghiaccio, legata al freddo, carica di riflessività e di pudore.Ci sono giorni in cui si lavora sotto il sole d’estate, in cui il calore è così intenso, in cui la luce è così estrema che ti sembra di non poter resistere. Quando alla sera ne esci, sei scolpito in modo tale che quella luce e quel calore si trasformano nel loro opposto, in quella forma di fredda luminosità che è il
pensiero: la consapevolezza di sè, della forma , il sapere ormai raggiunto per sempre, di essere capaci di resistere a ogni cosa, il silenzio che ne segue.
Noi siamo in Sicilia. Una terra che ne contiene molte e diverse fra loro. Percorsa da popoli che pur combattendosi, pur volendo annientarsi, alla fine non hanno potuto fare a meno di stratificarsi. Siamo Normanni e Arabi, siamo Greci e Persiani. Siamo, in ogni fibra, crocevia di contrasti, opposti da tenere in equilibrio mantenendo freddo quel sangue che ci sfugge da ogni parte, che si coagula e si scoagula in una continua alchimia. Crogiolo millenario di mondi incongruenti che nella tensione all’equilibrio possono generare mutismo e introversione, come infinità ospitalità e infinito racconto che si dipana nelle ore che si perdono. Siamo la spada che mette a ferro e fuoco la moschea e la lacrima che bagna il foglio su cui è scritta una poesia d?oriente. Siamo la luminosa disperazione di una guardia lasciata a presidio di una terra sconosciuta che non vede nessuna possibilità di vittoria definitiva ma solo battaglie continue, per sempre, senza fine e senza esito.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *