Recensioni: Keith Gessen, Tutti gli intellettuali giovani e tristi, Einaudi

Keith Gessen, Tutti gli intellettuali giovani e tristi
Einaudi, pp. 258, euro 20
Traduzione Martina Testa

In un saggio letto di recente c’è l’affermazione, un po’ apodittica in verità, che il 90% dei libri viene dimenticato ad un anno dalla pubblicazione; se si aspettano dieci anni, questa percentuale sale al 99%. Questo significa da un lato, che pochi libri hanno le carte in regola per entrare a far parte del cosiddetto ‘canone’ ma, dall’altro, che anche chi pubblica – inteso come editore – lo fa senza aspettarsi necessariamente di sfornare ogni volta un dramma di Shakespeare. Quindi molto più spesso di quanto si possa pensare, e sperare, dietro alla pubblicazione di un libro c’è un calcolo di vendibilità immediata. Ciò non toglie però, che il libro possa avere in sé delle caratteristiche pregevoli.

Avrete capito che sto parlando del romanzo di Keith Gessen, la storia estremamente attuale di tre giovani intellettuali nell’America di Bush. In quanto intellettuali questi tre ragazzetti hanno il problema di come piazzarsi nel marcato della cultura e, apparentemente più importante, di come rimorchiare. Senza mai incrociarsi direttamente ma presentandoci lo stesso ambiente, i nostri tre ci conducono attraverso alcune delle tematiche dell’età contemporanea: il rapporto uomo-donna, l’inquinamento ambientale, la questione ebraico-palestinese, il ruolo dell’intellettuale nel sistema e le nefandezze dell’amministrazione Bush. Il tutto con uno stile molto godibile e spiritoso, di quello spirito colto che serve a vedere le cose con una certa distanza.

Alla fine, in tutte e tre le vite, pare emergere la consapevolezza che rimorchiare non è poi così basilare, ché molto più importante è la serietà, la capacità di assumere e mantenere un impegno, che non bisogna ridurre tutto ad una compravendita immediata, ma che occorre vedere anche un po’ più lontano. Questa conclusione è la parte che potrebbe restare del libro, la parte che vale e che rende il volume letterario: la dimensione umana dei tre prevale. A questo aspetto può però essere abbinato un parallelo politico – democratici buoni/repubblicani cattivi – e questo vale per l’aspetto della vendita. Occorre sapere infatti che il libro, che si chiude con un’esplicita dichiarazione d’intenti anti-Bush, è stato pubblicato nel gennaio 2008, l’anno in cui iniziò la volata alla presidenza del primo nero eletto a capo degli Stati Uniti. Un buon esempio di intreccio tra marketing e politica. Non so cosa ricorderanno gli americani dell’amministrazione Obama fra dieci anni. Speriamo che qualcuno si ricordino almeno questo libro.

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