Zachary Lazar, Sway, Einaudi

Zachary Lazar, Sway

Einaudi, pp.269, euro 18

Traduzione Carla Palmieri

 

Nel romanzo di cui parliamo oggi ci vengono raccontati gli anni di formazione di quello che è stato uno dei complessi rock fondamentali, i Rolling Stones. Quando tra i fatti e la loro descrizione passa molto tempo è inevitabile una certa imprecisione; a maggior ragione se i fatti in questione appartengono al dominio della macchina culturale, che è quel sistema che cerca di utilizzare fatti qualunque facendoli diventare particolari per ricavarne un interesse, ovvero dei soldi. E’ però interessante notare quanto la visuale particolare dello scrittore contribuisca a porre sotto una luce diversa, meno scintillante, le motivazioni di quei personaggi che la mitologia del rock vorrebbe intoccabili.

Il gruppo parte nella maniera più scalcinata possibile. Concerti negli scantinati, fischi, botte e droga. In breve però l’energia che sicuramente i nostri sprigionano quando suonano, si capisce che può fungere da attrazione per qualcosa di grosso. Intanto gli scazzi tra i tre leader – è un casino avere tre leader in un gruppo – si fanno manifesti. In breve Mick Jagger e Keith Richards si trovano dalla stessa parte, più dalla parte del business, dell’affermazione, tagliando fuori il povero Brian Jones, che, lasciato anche da Anita che gli preferisce Keith, precipita nella disperazione più nera e finisce morto per annegamento in circostanze non ben chiarite. Ma the Show Must Go On e il gruppo suona per l’amico morto (pubblico di 500.000 persone) e poi va in America, per un tour che vedrà altri morti al famoso concerto di Altamont. Si arriva con un necessario balzo temporale al 2002 e la chiusura del libro è una conversazione tra la ex di Keith, Anita, che è riuscita a restare viva dopo quegli anni, e il regista Kennet Anger, che è il vero motivo d’interesse del libro.

La storia dei Rolling Stones, di per sé, non è interessante. Intrecciata però alla vita di questo Kenneth, regista di film sperimentali, affascinato dalle forze esoteriche, forze che si muovono nel backstage di molti gruppi rock, la vicenda assume una maggiore complessità. Infatti Bobby, il ragazzo che fu l’ossessione di Kenneth, finirà sotto l’influenza di Charles Manson e gli omicidi di cui il suo gruppo fu responsabile coincisero grosso modo con il concerto di Altamont. In questo modo otteniamo la chiusura del cerchio, un quadro d’insieme d’un periodo che, pur partito con grandi speranze, non porterà a nulla oltre all’affermazione di interessi economici delle major e dei gruppi da esse sponsorizzati. Per fortuna la storia del rock ci ha condotti oltre i semplici accordi dei Rolling Stones, ma nemmeno l’evoluzione della musica ha permesso di estrarre in maniera univoca la luce che la musica di Lucifero contiene. La figura dello sconfitto Kenneth che voleva con le immagini mostrare la possibilità d’una liberazione degli istitnti dai giochi della società è, alla fine, la dimostrazione pratica dell’influsso esercitato dal rock main street.

Esoterismo per i buoi.

 

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