Pete Dexter, Train, Einaudi

Pete Dexter, Train

Einaudi, pp. 308, euro 14.00

traduzione Norman Gobetti

Paragonare Dexter a Faulkner come succede sul retro di copertina di questo stupendo romanzo può sembrare irrispettoso. Una volta conclusa la storia, con Mr. Packard sdraiato a terra che guarda Norah nel corridoio del secondo piano della loro villa a Beverly Hills, risulta più facile riconoscere il merito dovuto a chi, come Dexter, riesce a descrivere l’America mantenendosi estraneo ai luighi comuni.

Solo in questo modo, cercando di leggere la realtà per quella che è, un’arena nella quale si scontrano mete e obiettivi spesso in contrasto, o talvolta casualmente concordi ma non per questo escludenti la possibilità di subitanei voltafaccia – In a minute there is time for decisions and revisions which a minute will reverse – è possibile scrivere un libro che riesce a rendere partecipe il lettore delle sorti di tutti i suoi personaggi. Non ci sono buoni o cattivi. Sia Train , sia Norah sia Mr. Packard sono buoni e cattivi, altruisti od egoisti, previdenti o eccessivi a seconda delle situazioni. Saranno le situazioni a determinare ciò che i protagonisti faranno, non un malinteso libero arbitrio.

Train conosce Mr. Packard su un campo da golf. Mr. Packard gioca, Train porta le borse. E’ nero, e siamo a Los Angeles, primi anni ’50. Invitato da Mr. Packard, per sfregio ai compagni di gioco, a fare un tiro, Train stupisce tutti. Mr. Packard se ne ricorderà quando, per caso, vedrà la sua foto ad una mostra d’arte.

Intanto però, Norah è stata violentata. Un meticcio ed un nero sono saliti sullo yacht del marito, l’hanno ucciso, hanno struprato Norah e sono rimasti sulla barca a farsi ammazzare da Mr. Packard, lo sbirro. Che poi sposerà Norah, amandola e cercando di scavalcare la violenza subita e perpetrata – Norah lotta per i diritti civili ed il suo uomo ha ucciso due neri sotto i suoi occhi – fino all’incontro con Train.

La storia è a questo punto stabilmente instradata su binari rettilinei che condurranno ad una sorta di nemesi per Mr. Packard e Train che, separatamente eppure insieme, pagheranno per i loro sconosciuti delitti. Eppure questa giustizia non è da intendersi in senso etico, proprio perché i protagonisti compiono azioni che non hanno valenza morale, bensì solo pulsionale. Più che giustizia vi è una vendetta riequilibratrice (nemesi, appunto), che tiene fede all’occhio per occhio guida e parametro di comportamento per l’americano di sempre. Per questo non mi pare illecito paragonare Dexter a Faulkner.

Se no vi sta bene, ditelo: v’insegno io a fare le critiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *